di Redazione RadioA

L’area Radar del Monte Giogo, ex base Nato, sarà a breve in concessione al Parco nazionale dell’Appennino. La Direzione toscana del Demanio ha comunicato al Parco e al sindaco del Comune di Comano che sono in corso le procedure. L’ex base Nato si trova a 1520 metri di altitudine ed è dismessa da 27 anni. Il Parco nazionale, in accordo col Comune, ha presentato una motivata richiesta basata su una normativa del 2021 che favorisce l’assegnazione ai parchi delle aree demaniali all’interno del loro territorio. La procedura di attuazione è complessa ma potrebbe essere realizzata una consegna anticipata entro l’anno. L’ex base Nato di Monte Giogo era un luogo strategico che ospitava militari di diverse nazionalità; con quattro grandi antenne a forma di parabola si monitorava il Mar Ligure. Era anche utilizzata come base troposcatter, facilitando le comunicazioni militari durante la guerra fredda tramite la trasmissione di codici criptati a tutte le basi Nato del Mediterraneo. “Abbiamo lavorato con impegno per questo obiettivo da tempo. Questo annuncio è motivo di grande soddisfazione”, dichiara Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino. “Contribuire alla riqualificazione di un luogo di straordinaria bellezza è una grande opportunità. Qui realizzeremo la Porta del Cielo, una delle porte del Parco, probabilmente la più bella per la straordinaria prospettiva e visione del paesaggio che offre, dal Mar Ligure alle Apuane all’Appennino e alle Alpi”. La concessione in uso al Parco comporta la necessità di intervenire per garantire la sicurezza dell’area. È già stato raggiunto un accordo con il Comune di Comano, il cui sindaco Antonio Maffei fa parte del consiglio direttivo del Parco, che ha seguito da vicino tutti gli sviluppi.

Una delle prime azioni sarà la messa in sicurezza dell’area e la creazione di un percorso limitato che consenta di ammirare il paesaggio circostante e alcune strutture, come le grandi parabole attualmente in disuso. “È fondamentale evitare l’accesso non autorizzato a zone che richiedono bonifica”, continua Giovanelli. “Anche se un progetto completo richiederà del tempo, la consegna almeno provvisoria avverrà presto, permettendoci di avviare inizialmente interventi minimi per utilizzare l’area come punto panoramico e testimone della storia della base durante la guerra fredda. È anche necessaria manutenzione della strada di accesso. Il futuro utilizzo sarà definito in linea con le finalità del Parco nazionale”.

L’ex base NATO è un luogo noto, sia localmente che oltre il crinale: le grandi parabole sono ancora visibili, ricordando il ruolo che questo luogo ha avuto durante la guerra fredda. Alcuni montanari hanno prestato servizio militare qui. Costruita nel 1956, la base è stata operativa dal 1960 agli anni ’90, quando è stata abbandonata. Negli ultimi anni, il Gruppo Radioamatori Italiani Scatter l’ha riadattata come memoriale del suo ruolo durante la guerra fredda tra Occidente e blocco sovietico. Situata sulla cima della montagna, la base è spesso battuta dal vento e, da ottobre a maggio, spesso coperta di neve e ghiaccio. Le sue imponenti parabole sono ben visibili da tutta la Lunigiana.